Falzone Giuseppe

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FUNERALI PARTIGIANI (14)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Falzone del Barbarò Giuseppe

(Breme, PV 1916  +1980)

Ufficiale di carriera (tenente di fanteria), giunge in Val Sangone all'inizio del 1944 e aderisce alla Resistenza. Si distingue nella difesa dell'alpeggio Sellerì (rastrellamento del 10 maggio 1944) dove viene anche ferito ad una gamba.

Dopo la morte di De Vitis (giugno 1944), viene scelto come comandante della Brigata "Sandro Magnone". Falzone, più organizzatore che guerrigliero, dà alla Brigata un'impostazione difensiva con l'obiettivo di garantire il più possibile la sicurezza degli uomini, già decimati  e duramente provati dai precedenti combattimenti. Essi vengono divisi in battaglioni, distaccamenti, squadre e nuclei. Sul piano organizzativo, la formazione partigiana diventava così una brigata modello, efficiente e disciplinata. Falzone trova anche un canale di finanziamento tramite un funzionario della FIAT.

L'organizzazione e la disciplina degli uomini di Falzone ottengono consensi fra la popolazione valligiana che non teme rappresaglie per  causa loro. L'altro aspetto di questa realtà è però la quasi totale rinuncia  al combattimento (i partigiani garibaldini della "Carlo Carli" parlano polemicamente di "attendismo"), almeno fino alla liberazione di Torino.

Subito dopo la guerra, per iniziativa e con il contributo di Giuseppe Falzone (e di altri partigiani) potrà sorgere l'Ossario dei Caduti di Forno.

 

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