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Le suore dell'ospedale di Giaveno: sedute la superiora Flora Longoni e la portinaia Laudelina; in piedi Suor Rosa, Suor Delfina Petiti, suor Flora Marcato e l'aiutante Ester Giai Baudissard
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Petiti suor Delfina
Suora del S. Cottolengo, infermiera dal 1940 al 1945 presso la piccola struttura sanitaria dell'Ospedale Civile di Giaveno, cura clandestinamente i partigiani feriti, mettendo a repentaglio la propria incolumità personale.
Viene creato un reparto segreto, nascosto in un sotterraneo adibito a lavanderia. Durante le perquisizioni i partigiani in cura vengono nascosti nei luoghi più impensati, un vano celato da fascine e legna da ardere, un "infernotto" a cui si accede dal pollaio e una camera vicino a quella mortuaria cui si accede da un finto armadio, con ripiani pieni di cuscini. Nel corso della perquisizione alla ricerca del comandante Fassino ferito le suore vengono anche minacciate di morte. I luoghi segreti non vennero mai scoperti e molte vite umane furono salvate.
Con suor Delfina, responsabile del servizio, lavoravano altre sei suore. I partigiani contribuivano alla gestione dell'ospedale, portando riserve alimentari e medicinali.
A Suor Delfina Giaveno ha dedicato una via in borgata Villa.
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