Nicoli Guerrino “Balilla”

Nicoli Guerrino Balilla

 

 

 

avigiana gruppo fassino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Medaglia d'Oro al Valor Militare

Nicoli Guerrino "Balilla"

(Chivasso 1927  +1944)

Guerrino, nato a Chivasso nel 1927, appena concluse le scuole professionali, era stato assunto come operaio alle "Ferriere" della Fiat. Se ne allontanò subito dopo l'armistizio, per entrare in una delle prime formazioni partigiane, col nome di battaglia “Balilla”. Il ragazzo divenne un po' la mascotte della 43a Divisione autonoma, che operava tra la Valle di Susa e la Valle Chisone e che, dopo il 26 giugno del 1944, sarebbe stata intitolata a Sergio De Vitis. Nel marzo del 1944, passò alla 41^ brigata Garibaldi “Carlo Carli”, comandata da Eugenio Fassino e insediata sulla dorsale tra le valli del Sangone e di Susa. Nicoli cadde per difendere il suo comandante di squadra, durante un attacco sfortunato che i partigiani della Brigata "C.Carli", comandata da Eugenio Fassino, condussero contro il presidio nazifascista di Avigliana, stanziato presso il Dinamitificio Nobel. Costretti a ritirarsi, gli uomini di Fassino alla stazione ferroviaria incapparono in un reparto nazifascista sopraggiunto su un treno.  Visto il proprio comandante ferito, Guerrino Nicoli non esitò a lanciarsi sull’uffi ciale fascista che stava per finirlo e lo abbatté con un colpo di pistola, ma fu a sua volta ucciso dal fuoco nemico. Eugenio Fassino riuscì a sopravvivere e, benché catturato, tornò libero alcuni giorni più tardi grazie a uno scambio tra prigionieri. In considerazione dell’eroismo mostrato, nel 1956 la Presidenza della Repubblica assegnò a Guerrino Nicoli la Medaglia d’oro al valor militare alla memoria con la seguente motivazione:

NICOLI Guerrino

Medaglia d'oro al valor militare

Partigiano combattente

Chivasso (TO)

Giovane diciassettenne, animato da alto spirito di Patria e di libertà, non esitava a lasciare la casa paterna per prendere parte alla lotta contro i nazifascisti, segnalandosi in ogni circostanza per ardimento e coraggio notevoli e riportando ben due ferite in combattimento. Nel corso di un attacco ad un forte presidio avversario, cui partecipava con il consueto entusiasmo, visto cadere ferito il proprio comandante, non esita a lanciarsi addosso ad un ufficiale repubblichino che sta per finirlo e lo abbatte con un colpo di pistola, ma la pronta reazione di fuoco avversaria pone fine alla sua eroica e giovane vita tutta dedita ai più nobili ideali. Avigliana, 26 giugno 1944.

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