Lapide ricordo dei caduti coazzesi della Seconda Guerra Mondiale

cap viale Italia lapide caduti

Coazze – Viale Italia ’61 n°3 – Lapide ricordo dei caduti coazzesi della Seconda Guerra Mondiale  

AL TRAMONTO DI UN VENTENNIO DI OPPRESSIONE / PIOMBO GERMANICO E FRATRICIDA / STRONCAVA LA VITA TERRENA, NON LO SPIRITO ELETTO DI

AMPRINO ARMANDO

BRAMANTE CELESTINO

BRAMANTE LUIGI

DOVIS CANDIDO

GIACONE ALESSIO

GIACONE GIOVANNI

GIACONE GIO. BATTISTA

GIACONE MICHELANGELO

OSTORERO AVELLINA

VECCO TERESA

VERSINO FELICE

LUSSIANA ALDO

MARTOGLIO VALERIO

     I LORO NOMI, SCOLPITI NELLA PIETRA E NEL CUORE DEI COAZZESI / RIVIVONO NEI CIELI GLORIOSI / LA NUOVA PRIMAVERA ITALICA / DELLA NAZIONE FINALMENTE LIBERA / DA OGNI SERVAGGIO

 

226 Casa Comunale

     La lapide si trova in viale Italia ‘61, è stata collocata nel 1947[1] sulla facciata dell’edificio un tempo sede comunale, a poca distanza da quella dedicata ai coazzesi internati e deceduti nei campi di prigionia. È stata posata a ricordo degli abitanti di Coazze, civili o partigiani, caduti nella zona nel periodo 1943-1945. Si tratta di nove civili e quattro partigiani.

  I caduti civili sono tutte vittime di rappresaglie nazi-fasciste avvenute tra settembre 1943 e novembre 1944. Proprio a novembre 1944, il mese più tragico per la popolazione, ci furono ben cinque morti. Nel corso del primo rastrellamento in valle (23 settembre 1943) persero la vita – come già più volte ricordato – le prime due vittime della Resistenza locale: il pittore giavenese Maurizio Guglielmino e la contadina diciottenne Avellina Ostorero (detta Evelina), sordomuta, uccisa a borgata Ferria nel pomeriggio di quel giorno. Il 27 aprile 1944, veniva invece ucciso Luigi Bramante[2], nato il 19 febbraio 1901 e residente a borgata Prietto. Pochi giorni più tardi, il 10 maggio 1944, nel corso di quello che venne poi definito «Maggio di sangue», perdeva la vita nei pressi di Garida Teresa Vecco in Ostorero. Durante il terribile rastrellamento di novembre (tra il 27 ed il 29) venivano trucidati Alessio Giacone, Michelangelo Giacone, i fratelli Giovanni e Giovanni Battista Giacone, ed Aldo Lussiana. Il 27 novembre Alessio Giacone[3], di 77 anni, veniva ucciso a borgata Rosa, nei pressi della sua casa. Il giorno successivo, nella zona della limitrofa borgata Giacone, la stessa sorte toccava a Michelangelo Giacone, insegnante e collaboratore dei partigiani, e a Giovanni e Giovanni Battista Giacone. Il 29 era la volta del trentaduenne Aldo Lussiana. 

  I partigiani ricordati dalla lapide sono Armando Amprino, Candido Dovis, Valerio Martoglio e Felice Versino. Il primo a cadere, il 12 maggio 1944, è Valerio Martoglio[4]. Domiciliato in via Cavour 22 e di professione orologiaio, Martoglio ha 21 anni quando viene ucciso in un agguato, insieme ad altri compagni, presso il rifugio G.E.A.T. di San Giorio di Susa. Differente la vicenda di Amprino e Dovis (rispettivamente classe 1924 e 1925). I due, effettivi della brigata «Lillo Moncada», vengono arrestati in seguito ad una delazione. Incarcerati, vengono condannati a morte e fucilati il 22 dicembre 1944 presso il Poligono nazionale del Martinetto. L’ultima lettera di Armando Amprino alla famiglia è stata inclusa nel volume Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana pubblicato per la prima volta nel 1952 dall’editore Einaudi. Felice Versino[5], originario di borgata Prialli, nasce il 18 ottobre 1920. Viene ucciso a Torino, in piazza Santa Rita, il 27 aprile 1945 nel corso di uno scontro a fuoco con gli occupanti di un blindato tedesco in ritirata. Con lui perdono la vita altri quattro suoi compagni della brigata «Sandro Magnone».

  La maggior parte dei caduti ricordati da questa lapide sono sepolti presso l’Ossario di Forno di Coazze (con la sola esclusione dei fratelli Giacone, sepolti nel cimitero comunale di Coazze, di Celestino Bramante e di Aldo Lussiana).

Scheda tratta dalla Tesi di Laurea di Andrea Mortara

NOTE

[1] Da un articolo comparso su l’Unità (edizione piemontese) anno 24 numero 284 del 4 dicembre 1947. «Lapide ai caduti inaugurata a Coazze. Coazze, 3 dicembre. Alla presenza di una gran folla di popolo e lavoratori è stata inaugurata sulla facciata del municipio una lapide in memoria dei Caduti nella lotta di liberazione. Il compagno col. Raspanti presentato a nome del sindaco dal compagno Leo Giorcelli, ha portato l’adesione ed il saluto del sindaco di Torino e della Federazione comunista esortando i lavoratori e il popolo all’unità nella lotta per la difesa delle libertà democratiche». L’articolo è consultabile nell’archivio storico de l’Unità all’indirizzo <http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/archivio/uni_1947_12/19471204_0002_04.pdf&query=>.

[2-3-4-5] I dati sono ricavati dalla scheda biografica presente nella Banca dati del partigianato piemontese all’indirizzo <http://intranet.istoreto.it/partigianato/ricerca.asp>.

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