Giaveno – toponomastica della Resistenza

 Luoghi e toponimi di Giaveno legati a persone ed eventi della Resistenza

piazza molines dopoguerra CAPOLUOGO piazza moline s s lorenzo
CLND3  Via C.L.N.  Questa via è una traversa di via Cordero di Pamparato e venne intitolata nel 1965 al Comitato di Liberazione Nazionale. La sezione di Giaveno, guidata dal notaio Guido Teppati, fu molto attiva, potendo contare sulla tacita collaborazione del podestà Zanolli. Dopo la liberazione assunse la guida provvisoria del Comune di Giaveno. 
7cervi Via FRATELLI CERVI

Una traversa di via XXV Aprile, che serve un quartiere residenziale è stata intitolata ai fratelli Cervi. Essi sono il simbolo dell'intera Resistenza contadina e la loro vicenda riassume quella di centinaia di nuclei famigliari della Pianura Padana. Erano di Campegine e nella loro cascina nascondevano militari alleati fatti fuggire dal campo di concentramento di Fossoli (da cui transitò anche Primo Levi).  

Furono  fucilati  tutti e  sette  nel   poligono di tiro di Reggio Emilia il 28 dicembre 1943 come rappresaglia per l'esecuzione del segretario comunale di Bagnolo. Il padre Alcide Cervi, pure impriogionato a Reggio, nel libro "I miei sette figli" scrisse:

"Se c'è bisogno di  dare ancora la vita, i Cervi sono pronti, e se qualcuno pure sopravviverà rimetterà tutto in piedi, meglio di prima".

giaveno villa garrone verde

Via COAZZE

 Villa Garrone (sede comando tedesco maggio 1944)

Lungo questa strada, che dalla Parrocchiale di San Lorenzo punta rettilinea ad ovest verso Coazze, passando da Pontepietra  e dalle fabbriche, l'edificio più imponente e significativo del periodo della Resistenza è Villa Garrone. Si trova sulla destra ai confini dell'abitato del capoluogo. Da diversi anni è stata trasformata in un ritiro per le suore anziane di Sant'Antida. Era di proprietà del commendator Garrone, ricco industriale che possedeva delle fonderie, che nel novembre del 1944 fu costretto a cederla ai tedeschi, che vi stabilirono il comando dell'"Operazione Abicth", il tragico rastrellamento di maggio. Il colonnello Ludwig Buch, comandante del 15° reggimento di polizia SS, viene coadiuvato dal tenente colonnello Otto Böckeler, arrivato da Pinerolo, alla guida del reggimento di sicurezza 38, specializzato nell'organizzazione di operazioni antipartigiane.
Cordero di Pamparato - Campana Via CORDERO DI PAMPARATO FELICE Questa via è una traversa di via Pio Rolla e interseca via CLN e via Divisione Campana, per "mantenere le loro azioni unite anche nel ricordo dei Giavenesi", come ha affermato Bruno Pallard, ex internato e sindaco di Giaveno dal 1958 al 1970, in un'intervista. Venne intitolata nel 1965 al comandante partigiano Marchese Felice Cordero di Pamparato (nome di battaglia "Campana"), medaglia d'oro alla memoria, catturato con l'inganno e impiccato, con tre compagni, a un balcone di viale Regina Elena.

Formula di adesione che veniva richiesta per poter rimpatriare:rsi adesione1

 Via

 DE MATTEIS

 LUIGI

Ex-internato nei lager tedeschi, è stato il fondatore della sezione ANEI (Associazione Nazionale Ex Internati nei Lager nazisti   Volontari della Libertà) di Giaveno. Fu consigliere comunale durante la prima Legislatura e morì in un incidente  nel 1947. Come altri 600.000, Dematteis si rifiutò di aderire alla richiesta della R.S.I. per poter rimpatriare e sopportò tutte le atrocità dell’internamento.
x USSeglio Guido Via DIVISIONE CAMPANA  Questa via collega Via San Michele a via Cordero di Pamparato a ed è stata intitolata contemporaneamente a quest'ultima, nel 1965, alla Divisione Campana. Quando l'originaria banda partigiana "Nino-Carlo" si frazionò in tre gruppi, uno di questi prese il nome di "Banda Campana" e si accampò nel vallone del Romarolo, tra Mollar dei Franchi e Provonda, guidata dal Marchese Felice Cordero di Pamparato, detto "il Campana". La "Campana" si caratterizzò subito per il rigore disciplinare, Pamparato imponeva una disciplina rigida e lasciava scendere gi uomini a valle solo per azioni armate. Dopo l'impiccagione di Cordero di Pamparato, la "Campana" fu guidata da Guido Usseglio e nel marzo del 1945 diventò Brigata G.L. (Giustizia e Libertà) e poco dopo Divisione G.L. Alla fine di marzo contava 308 effettivi divisi in sei bande. Nella fase finale operò autonomamente  nella liberazione di Torino, con obiettivo il centro della città e il 28 aprile potè entrare nella Casa Littoria di Piacca Carlo Alberto, ribattezzata da allora "Palazzo Campana".

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 Piazza EX  INTERNATI

Dopo l'8 settembre quando fu reso noto l'armistizio, le truppe italiane abbandonate a  se stesse divennero facile  preda dell'esercito tedesco che, in breve tempo catturò migliaia  di soldati destinandoli alla deportazione nei lager e al lavoro coatto. Dei 650.000  deportati, circa 5.000 non fecero ritorno e il 50 % subì invalidità o mutilazioni.

Dopo la guerra fu fondata l'Associazione Nazionale Ex-Internati (A.N.E.I.) ed anche Giaveno ebbe la sua sezione voluta da Luigi De Matteis, che si adoperò perché una via o una piazza fossero dedicate agli ex nternati dei lager nazisti. Il 14 novembre 1993 la piazza venne inaugurata, in uno slargo lungo via Coazze. È di forma  quadrata, bordata su due lati da otto alberelli con relativi cippi che  ricordano gli otto, tra i 160 deportati, caduti nei lager (6 di Giaveno e 2 di Valgioie, che a quel tempo faceva parte del Comune di Giaveno).

La piazza venne completata col monumento inaugurato il 12 novembre 1995. Una traccia in terra  battuta attraversa in diagonale il quadrato erboso della piazza fino al monumento, che si alza su una piattaforma in pietra di Luserna ed è costituito da un basamento sempre in pietra a cui si addossano, a sinistra, una lapide con i nomi degli otto caduti, a destra una croce e, in mezzo, un cubo di marmo bianco di Carrara a cui è stato affisso un bassorilievo in bronzo di Ermes Vacchelli, rappresentante l’interno di un campo di concentramento con filo spinato, lampioni e sullo sfondo due ciminiere che ricordano i forni crematori.

Sulla targa compaiono le seguenti parole:

AI CADUTI ED EX INTERNATI NEI LAGER NAZISTI 1943-1945.

A.N.E.I. – sez. GIAVENO

guglielmino maurizio 1a vittima al Colletto del Forno  Via GUGLIELMINO MAURIZIO La via che corre lungo il Tortorello da via Pacchiotti a Via San Sebastiano è stata intitolata a una vittima civile, la prima della Resistenza in Val Sangone. Maurizio Guglielmino, tra i fondatori del partito Socialista di Giaveno a inizio Novecento e sostenitore del movimento operaio, lavorò come pittore, in senso lato, anche al Santuario del Selvaggio. Noto come antifascista, fu probabilmente ucciso davanti alla sua baita al Colletto del Forno per un gesto equivocato dai rastrellatori nazisti.

giaveno municipio 1940

 

 

 

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Via MARCHINI MARIA TERESA

 Palazzo Marchini (Municipio)

 

 Palazzo Asteggiano

 (Uffici e Sala Consiliare)

La via è intitolata alla signorina Maria Teresa Marchini, benefattrice e ultima erede della sua famiglia, che nel 1926 donò alla comunità di Giaveno il palazzo e il parco, che divennero sede del Municipio di Giaveno. Palazzo Marchini, una splendida villa che appartenne alla nobile famiglia Molines fin dal 1553, venne lasciata in eredità  dall'ultimo erede al suo segretario Francesco Marchini nel 1901 e passò poi alla sorella che la donò al Comune. Durante il rastrellamento del maggio 1944 venne trasformata dai tedeschi in prigione per ostaggi e interrogatori. Qui venne torturato Renato Ruffinatti.

 

Nel dopoguerra il personale amministrativo è cresciuto parecchio e palazzo Marchini è stato affiancato da altre sedi municipali, che hanno trovato ospitalità nell'ex Cascina Molines, che si affaccia sull'altro lato della via e che è stata restaurata e nel 1978 dedicata al comandante partigiano Carlo Asteggiano, che nel dopoguerra, come assessore dei lavori pubblici ne aveva seguito la ristrutturazione. 

 
giaveno v martiri
Via MARTIRI DELLA LIBERTÀ Ai "Martiri della libertà", cioè a coloro che hanno perso la vita durante la Guerra di Liberazione, e in particolare ai 53 caduti giavenesi, come recita la delibera consiliare n. 99 del 18 dicembre 1965, è  stata dedicata dal Comune di Giaveno questa via che chiude a nord-est una zona di espansione edilizia lungo via Selvaggio.

g piazza molines monumento 1Giaveno piazza molines

 

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Piazza MOLINES

Questa grande piazza centrale, in gran parte adibita a parcheggio, fu teatro  il 26 maggio 1944 di uno degli episodi più tragici della Resistenza. Come rappresaglia per due ufficiali tedeschi uccisi alla Bonaria, 41 ostaggi prelevati alle carceri Nuove di Torino furono fucilati in quattro gruppi sul luogo dell'attentato, a Valgioie, a Coazze e a Giaveno. La popolazione fu costretta a sfilare davanti ai cadaveri, lasciati insepolti per giorni. Albina Lussiana ricorda che un tedesco di guardia mangiava ciliegie sputando i noccioli sui loro corpi.

Sul luogo della fucilazione venne collocata una croce appoggiata ad un cippo circondato da cespugli di sempreverde entro una recinzione ottagonale. Con l'abbattimento dell'"ala", il mercato coperto, e la costruzione di una copertura su di un angolo di piazza poi intitolato al generale Mautino, è stato rifatto il monumento. 

Ora è collocato a sinistra dell'ingresso alla piazza coperta e corredato di una lapide, poco leggibile, e di un cartello esplicativo che sintetizza il ruolo avuto da Giaveno nella Resistenza.

Lungo il lato di piazza Molines che prospetta su via Coazze venne allestito negli anni Venti il viale della Rimembranza, ora sede del mercato dei funghi. 

DSCN5588 Via DON POGOLOTTO Lungo la strada che ora collega le scuole medie "F. Gonin" al centro di Giaveno si trovavano i magazzini dell'ammasso, dove in tempo di guerra si portavano e conservavano le derrate poi distribuite con la tessera.

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Viale REGINA ELENA

Questo viale che scende verso Trana, un tempo fiancheggiava la stazione del trenino. Molto frequentato, forse per questo fu scelto per uno degli episodi più raccapriccianti della repressione nazifascista. Al balcone di casa Giai, contigua all'Albergo Centrale,  venne impiccato il 17 agosto 1944 il comandante Felice Cordero di Pamparato, detto Campana, dopo essere stato interrogato inutilmente per due giorni presso il comando tedesco a Villa Garrone. Con lui tre dei compagni catturati:Giorgio Baraldi, Vitale Cordin e Giovanni Vigna. I quattro corpi, legati col fil di ferro, dovettero restare appesi al balcone fino a quando i rastrellatori se ne andarono. Sul luogo una lapide ricorda l'evento.

 

 

 

 

Un'altra lapide lì vicino ricorda la morte di  Giuseppe Maritano e Candido Ostorero, della borgata Villa, avvenuta circa tre mesi prima. Il 21 maggio, quando i tedeschi per rappresaglia degli ufficiali uccisi alla Bonaria avevano fatto una retata di ostaggi in piazza, i due uomini avevano tentato di fuggire, ma erano stati presi e fucilati sul posto.

129p ruffinatti renato fototessera Piazza RUFFINATTI RENATO Renato Ruffinatti, catturato, torturato e ucciso dai nazisti durante il rastrellamento del maggio 1944, è stata dedicata la piazza situata davanti alla ex scuola elementare "Anna Frank", per ricordare ai giovani il sacrificio di questo giavenese diciottenne, medaglia d'oro al valore, e i valori della Resistenza.

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piazza s lorenzo

 

 

 

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 Piazza  SAN  LORENZO 

Piazza San Lorenzo è il cuore di Giaveno, vi si affaccia la Chiesa Parrocchiale Collegiata di San Lorenzo e qui si incrociano le strade per Trana, Cumiana, Coazze ed Avigliana. Qui c'era anche il capolinea del trenino per Giaveno. All'angolo della Piazza con la Stazione della SATTI (dove ora inizia Viale Regina Elena) il 29 novembre 1944 vennero fucilati 3 partigiani, altri 14 furono uccisi di fronte, nel cortile del Caffè Torchio (dove ora c'è la banca San PaoloIMI). Uno solo, Mario Allais di Avigliana, scampò alla strage, approfittando della disattenzione dei militari riuscì a rintanarsi sotto il bancone del bar.

Sulla piazza, addossato al lato est della Torre civica dell'orologio del 1746, si trova il monumento ai caduti, dedicato alle vittime della Prima guerra nondiale, ai lati sono state aggiunte le lapidi ricordo dei caduti del periodo 1940-1945.

 

giaveno monumento caduti g

giaveno cimitero ossario gl campana

Via SAN SEBASTIANO

(Cimitero – Sacrario della  Divisione GL  Campana)

Nel Cimitero di Giaveno sorge, in posizione centrale, l’Ossario della Divisione Campana.

II monumento presenta una facciata di semplici linee geometriche, con un ampio arco a tutto sesto e un grande timpano centrale. L'ingresso alla cappella è delimitato da una apertura rettangolare sormontata da un piccolo timpano.

II sacrario si presenta lineare, rivestito di mattoni all’esterno e di marmo all’interno.

g villa taverna

 Via XXV APRILE

 (Villa Taverna)

Questa via, tradizionalmente conosciuta come via dei gatti ("strà dij ciàt"), ricorda la data della liberazione. Vi prospetta l'imponente Villa Costantino Taverna, ora adibita a Casa di Riposo per anziani, che dal novembre 1944 alla primavera del 1945 fu sede del presidio tedesco seguito al tragico rastrellamento.
Zanolli sindaco Via ZANOLLI GIUSEPPE La via che collega via XXV aprile a via Don Pogolotto è stata intitolata nel 1995 a Giuseppe Zanolli. Come podestà di Giaveno fu protagonista di un difficile equilibrismo tra le minacce tedesche e la tutela della popolazione, divenendo sospetto per le autorità fasciste e finendo anche in carcere. Nel dopoguerra venne eletto sindaco di Giaveno, restando in carica dal 1951 al 1956.
giaveno centro cerchi Veduta aerea delle due principali piazze di Giaveno, teatro di tragiche uccisioni, perchè le atrocità nazifasciste che dovevano dissuadere la popolazione terrorizzandola avevano bisogno di palcoscenici frequentati. A ovest in Piazza Molines il primo cerchio rosso individua il cippo in memoria della rappresaglia che ha concluso il rastrellamento del 26 maggio 1944, in piazza San Lorenzo si trovano il Monumento ai Caduti delle due guerre mondiali e la lapide sull'angolo della banca che ricorda la  fucilazione di 14 partigiani in chiusura del rastrellamento del novembre 1944. All'inizio di Viale Regina Elena vi è la lapide che ricorda 3 partigiani uccisi nella stessa occasione e più avanti sul viale si trovano il balcone dell'impiccagione di Campana e la lapide che ricorda due civili uccisi nel tentativo di sottrarsi alla cattura come ostaggi per la ritorsione contro l'uccisione di 2 uficiali tedeschi alla Bonaria.  
  BORGATE  
g Borgata Barbos Borgata  BARBOS In questa borgata, che si raggiunge salendo da Pontepietra e Pomeri, durante il rastrellamento del 29 novembre 1944 i tedeschi uccisero Andrea Portigliatti, di 45 anni.
g Via Ruata Sangone

Via BEALE

(Ruata Sangone)

Vicino all'incrocio tra via Beale e via Ruata Sangone, durante il rastrellamento del 29 novembre 1944, vengono uccisi dai tedeschi tre civili.
g Borgata Brossa

 

 

 

 

Borgata  BROSSA Giovanni Battista Collino, diciannovenne, viene ucciso il 7 marzo 1944 in questa borgata di Giaveno ai confini col comune di Avigliana.
g Borgata Ceca Girella Provonda Borgate CECA    e GIRELLA di  PROVONDA

L'episodio più atroce del rastrellamento del 29 novembre 1944 si registrò a Borgata Ceca. Tra le fiamme della casa morirono Bruno Viretto di 14 anni ed Emilia Ughetto Budin di 70. Poco prima erano state uccise la mamma e la zia di Bruno. Due vittime anche nella vicina borgata di Girella di Provonda.

provonda ceca 3 bruciati

g Borgata Ciom Borgata CIOM Il 17 agosto del 1944, tra le poche case del Ciom, nell'alta valle del Romarolo, viene ucciso il trentenne Mario Barone Governator.

g Colletto del Forno

 

 

 

 

 

 

QUADRO2

COLLETTO

DEL FORNO

  (Comba di Fronteglio)

Il Colletto del Forno chiude la valletta (Comba) del rio Fronteglio, a circa 1000 metri d'altitudine. Qui durante il primo rastrellamento avvenne l'uccisione di Maurizio Guglielmino, prima vittima civile della Resistenza in Val Sangone. Al pittore Giaveno ha dedicato una via del capoluogo.

Fu sede delle bande di Giulio Nicoletta e di Sergio De Vitis nei mesi di marzo e aprile 1944. Qui furono tenute prigioniere le SS italiane catturate dai partigiani a Cumiana, e oggetto delle drammatiche trattative che, per decisione unilaterale dei tedeschi, porteranno all'eccidio nazista di Cumiana del 3 aprile 1944 (cinquanta civili morti).

Al Colletto si celebrò pure una Santa Messa in occasione della Pasqua 1944, don Mattone, parroco di Forno, benedì la bandiera e confessò e comunicò i partigiani.FG1CLE1

benedizione bandiera colletto forno

antifascisti giaveno Eugenio Guglielmetto-genio d'armoni, giovanni colombo giuseppe oliv cesare daghero ercole romeo

Piazza

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 (Borgata Sala)

Cesare Daghero, nota figura di antifascista, nonno dell’ex sindaco Luigi Cugno, fece parte del C.L.N. di Giaveno come rappresentante del Partito Comunista; quando, finite le ostilità il C.L.N. assunse la direzione del paese come Giunta Comunale di Governo, fu nominato vice-sindaco.

Divenne poi sindaco nel 1946. Durante la Resistenza non partecipò direttamente alla lotta perchè già anziano,

ma siccome di professione faceva anche l’armaiolo, riparava armi ai partigiani e forniva loro munizioni.

Nel 1976 gli è stata intitolata la piazza della borgata Sala dove sorgeva la casa in cui abitava.

De Vitis Sergio

Via DE VITIS SERGIO 

  (Borgata  Pontepietra)

Questa via che partendo dalla piazza della chiesa di Pontepietra passa dietro la scuola elementare locale, è stata dedicata al  comandante partigiano Sergio De Vitis, medaglia d'oro della Resistenza, morto il 26 giugno 1944 durante l'assalto alla Polveriera di Sangano.
g Borgata Franza

 Borgata FRANZA

 (Valle del Romarolo) 

In questa borgata, sull strada per Provonda, i tedeschi uccidono Celeste Moschietto durante il rastrellamento del 29 novembre 1944.
g Borgata Fusero

Borgata FUSERO 

 (Valle del Romarolo) 

Il 29 novembre del 1944, al Fusero vennero uccisi cinque giovani. Sono conteggiati tra le vittime civili, ma tre di essi ( Aldo, Ferdinando ed Eugenio) nel database Istoreto sono inseriti come partigiani della Divisione GL Campana con data di morte 28 novembre.
g Col du Geis Romarolo

Col du GEIS

 (Valle del  Romarolo)

Oltre le prese della Franza, al Col du Geis (o Gej, come scritto sulla lapide di Provonda) durante il rastrellamento del 29 novembre 1944 viene ucciso Mario Ughetto di 39 anni.
g Borgata Mador

Borgata MADOR

 (Valle del Romarolo)

 Il 29 novembre del 1944, in borgata Mador,  vicino alla borgata Franza, viene ucciso Carlo Moschietto di 36 anni.

piol fratelli

Una composizione con i ritratti dei Piol, il padre Eliodoro e i quattro fratelli Arduino, Severino, Agostino e Vario. caduti durante la Guerra di Liberazione.

Via FRATELLI PIOL 

 (Borgata Pogolotti) 

Questa via che collega la strada provinciale Giaveno-Trana a Borgata Pogolotti, è intitolata alla famiglia Piol, di origine bellunese, che ha pagato un tributo altissimo alla guerra e alla Resistenza, il marito e i quattro figli sono morti, lasciando Brigida Piol nel dolore più atroce, fino alla morte avvenuta nel 2000.
suor delfina petiti

Via SUOR DELFINA PETITI

 (Borgata Villa)

Questa via, traversa di via Villa, ricorda suor Delfina Petiti, che nel periodo bellico svolse funzioni di capo infermiera presso l'Ospedale Civile di Giaveno. Prodigandosi nel nascondere e nel curare, con l'aiuto e la "complicità" dei medici e delle altre suore, i partigiani feriti si meritò il titolo di "Mamma dei Partigiani".
g Borgata Pomeri

Borgata POMERI

 (Valle del Tauneri)

In questa borgata, oltre il ponte di Pontepietra, durante il rastrellamento del 29 novembre 1944 i tedeschi uccisero Renato Cena, diciassettenne. "Mentre la vita gli fioriva innocentemente trovò crudele morte da mano barbara nazifascista"   hanno scritto sulla lapide del cippo eretto in sua memoria dai giovani comunisti della sezione di Giaveno nel 1949. 
g Borgata Prese Viretto Tauneri

Borgata PRESE VIRETTO

 (Valle del Tauneri)

 Il 29 novembre del 1944, fra le case di Prese Viretto, sperdute nell'alta valle del Tauneri, vengono uccisi due uomini sorpresi dai rastrellatori nazifascisti.

g Borgata  Provonda

provonda lapide caduti civili

Borgata PROVONDA

 (Valle del Romarolo) 

Provonda, sede parrocchiale dal 1824, era la borgata più importante della Valle del Romarolo, che contava 800 abitanti. Anche qui si abbattè il crudele rastrellamento del 29 novembre. Irene Usseglio Nanot e Elda Moschietto Mea, due ragazze di ventidue anni vennero uccise. Tutte le persone della borgata, comprese donne e bambini, dovettero assistere alla loro uccisione. Una terza ragazza, Anita la sorella di Elda, si salvò per caso. Solo ferita dal colpo di pistola non si mosse e quanto i tedeschi se ne andarono venne soccorsa da delle signore ebree nascoste in parrocchia. A sera se ne prese cura Guido Usseglio, comandante della Divisione GL Campana e Anita si salvò.
g Case Prudent Romarolo

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 (Borgata Mollar dei Franchi)

 Presso la fontana di Case Prudent, sotto la collinetta del Mollar dei Franchi, durante il rastrellamento del 29 novembre 1944, i tedeschi uccidono cinque civili.
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Borgata SELVAGGIO SOPRA

 (Valle dell'Ollasio)

La seconda fase del rastrellamento del maggio 1944 coinvolge tragicamente la zona del Selvaggio. Nel corso del rastrellamento seguito all'uccisione di due ufficiali tedeschi alla Bonaria viene ucciso presso la Presa del Colonnello, sopra la Borgata Selvaggio Sopra, Demetrio Tessa. Nella zona di Pian Aschiero vengono uccisi due ufficiali inglesi e un terzo confessa sotto tortura di essere stato ospitato a Selvaggio, e il giorno 24 maggio la borgata viene data alle fiamme e poi cannoneggiata. 32 case distrutte e 50 famiglie senza tetto. Il Santuario si salva per l'intervento del podestà Zanolli, del prefetto di Torino Zerbino e della Curia.Selvaggio santuario

g Borgata Tetti Via

Borgata

 TETTI VIA

 In questa borgata oltre il ponte sul Sangone, durante il rastrellamento del 29 novembre 1944 i tedeschi fanno nove vittime, tra cui una donna. Una lapide sul pilone al bivio tra la strada per Mollar dei Franchi e Monterossino riporta l'elenco delle vittime fatte in zona dai nazifascisti.tetti via pilone

     
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