1945

LOTTA DI LIBERAZIONE – 1945

Cronologia comparata dei principali avvenimenti storici e resistenziali in Italia e in Val Sangone dalla caduta del Fascismo alla Liberazione

Italia

Cronologia comparata

Val Sangone

 

1945 GENNAIO

 

In tutto il mese di gennaio violenti combattimenti sul Cansiglio (Belluno), nel Biellese, nel Novarese, nel Cuneese, e in molte Valli dei Piemonte e dell'Emilia.

 

 

 

 

I tedeschi incendiano Rossiglione (Genova) e deportano 30 cittadini.

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A Varano Melegari (Parma) 17 partigiani si sacrificano per proteggere il ripiegamento della loro Brigata.

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 Sul fronte di Ravenna entra in linea il Gruppo di Combattimento Cremona; le forze tedesche lo attaccano immediatamente senza successo.

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Alcuni aerei alleati (inglesi o francesi, l'esatta provenienza non è stata accertata) scendevano bassissimi sulla ferrovia Torino-Giaveno e mitragliano le carrozze quasi all'altezza della stazione "Depetris" di Orbassano.  L'incursione ha presumibilmente come obiettivo i convogli tedeschi in movimento verso l'aeroporto di Airasca, ma il bersaglio è sbagliato: ad essere colpita è la corsa che parte da Torino alle 14.20, stipata di pendolari. Le pallottole esplosive scaricate contro il fianco dei vagoni e contro i passeggeri in fuga fanno una strage: trentaquattro persone muoiono, oltre centocinquanta vengono ferite in modo più o meno grave.  Riescono a salvarsi solo coloro che hanno la prontezza di gettarsi nel fossato vicino, protetto dal tiro.

Durante un bombardamento aereo su Carrara i partigiani si prodigano nell'opera di soccorso della popolazione.

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32 patrioti fucilati nel Modenese nel corso di un imponente rastrellamento nazista contrastato ancora una volta da forze partigiane.

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Nel Parmense un nuovo attacco tedesco in forze tenta di annientare una brigata partigiana che resiste e obbliga il nemico a rinunciare all'impresa.

Il governo decreta l'estensione del diritto di voto alle donne.

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1945 FEBBRAIO

 

300 giovani ternani, in parte già partigiani, si arruolano in massa nel Gruppo di Combattimento Cremona.

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A Udine un'audacissima incursione di partigiani nel carcere fascista libera e salva da sicura morte 80 patrioti.

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A Reggio Emilia 21 ostaggi fucilati a Villa Codè; altri 14 a Calerno dì S. llaria.

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Incontro Quazza – Nicoletta, che opta per la permanenza in pianura dei partigiani.

A Cortemilla (Savona) gravi perdite inflitte dai partigiani a truppe tedesche.  A Perletto (Cuneo) 17 partigiani si sacrificano in un duro scontro.

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A Cuneo aspri scontri contro truppe nazifasciste in rastrellamento nella Val Maira.  Duri combattimenti sul Cansiglio; i rastrellatori ripiegano con gravi perdite.

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Entra in linea nella zona di Imola il Gruppo di Combattimento Folgore.

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Dopo sei giorni di assedio i partigiani liberano Nibbiano (Piacenza). 

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A Bondeno (Ferrara) 300 donne assaltano il Municipio e distruggono gli elenchi anagrafici per impedire ai fascisti di arruolare manodopera per la Germania.

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Un'autocolonna tedesca semidistrutta, tra Marmirolo e Masone nel Reggiano, da un attacco di garibaldini.

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Il presidio fascista della Piaggio a Pavignano (Biella) si arrende ai partigiani.

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Cade Eugenio Curiel, fondatore dei Fronte della Gioventù, trucidato da sicari fascisti.

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Riunione organizzativa tra Nicoletta, Quazza, Falzone, Ugo di Cumiana e  Fumato.  Smobilita il presidio tedesco  di borgata Maddalena.

Il presidio nazista di Garessio  viene messo in fuga da patrioti e valligiani.  Sul Mortirolo (Brescia) dopo 5 giorni di combattimento reparti partigiani costringono ingenti forze nemiche al  ripiegamento.

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A Fabbrico di Reggio Emilia unità  partigiane sconfiggono reparti fascisti che stanno per compiere esecuzioni di massa.

Altri combattimenti ad Andorno Micca (VC), Carrara e al Passo del San Bernardo.

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1945 MARZO

 

 

 

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Riunione a Trana tra i comandanti delle brigate della Divisione Autonoma De Vitis e i comandanti garibaldini (tra cui Massimo, comandante in valle di Susa, e Tullio), interrotta bruscamente da raffiche tedesche.

A Cisterna d'Asti partigiani di diverse formazioni respingono un attacco nazifascista.

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Gruppi di partigiani irrompono nel Teatro Goldoni di Venezia e incitano alla lotta antifascista il pubblico.  Accaniti combattimenti a Varzi (Pavia), che sarà liberata il 14.

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Attacco al magazzino dell'ammasso di None contro i tedeschi impegnati nel prelievo di oltre seicento quintali di grano.

Si arrende ai partigiani della Valsesia il presidio fascista di Romagnano (Novara).

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Il presidio tedesco di Giaveno, alloggiato a Villa Taverna, lascia il paese, una settimana dopo smobilita anche quello di Coazze.

Entra in linea il Gruppo di Combattimento Legnano.  Violenti rastrellamenti in Piemonte, nel Veneto, in Liguria e in Emilia, in particolare tra Modena e Carpi.

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Riunione a Bruino di tutti i comandanti della Val Sangone, viene bocciata la proposta di trasformare la Divisione Autonoma "De Vitis" in "Giustizia e Libertà " avanzata da Guido Usseglio, che trasforma in brigata GL la sua formazione "Campana", che conta circa 300 effettivi divisi in sei bande dislocate tra None, Nichelino ed Airasca.

A Reggio Emilia partigiani italiani e russi, insieme a paracadutisti inglesi, attaccano ad Albinea la sezione cartografica del Comando Generale tedesco, producendo gravi danni.

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Da Milano un'ondata di scioperi si estende alla Lombardia  e alle altre zone occupate.

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Il bollettino del Comando IV Zona riepiloga la forza della Divisione autonoma "Sergio De Vitis" in  205 partigiani in valle, 668 in pianura, altri 178 reclutabili in 24 ore.

La formazione di Michele Ghio, continua  la sua azione di recupero degli aviolanci destinati alla IV Zona Piemonte.

 

1945 APRILE

 

In tutta l'Italia occupata i partigiani iniziano vaste azioni di sabotaggio.

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Il CLN di Giaveno assume, di fatto,       l'amministrazione del Comune.

 Una parte della Divisione GL "Campana" di Usseglio si trasferisce nel Monferrato.

Carrara insorge contro i nazifascisti. La lotta si concluderà vittoriosamente il 16.

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 I partigiani liberano la Valle del Taro (Parma).  Il Gruppo di Combattimento  Cremona libera Alfonsine e Fusignano, appoggiato dall'azione dei partigiani.

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I partigiani occupano la Centrale Elettrica di Teglia (La Spezia).

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Gli Alleati sfondano la Linea  Gotica e avanzano nel Nord-Italia.

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Sciopero generale preinsurrezionale  a Torino e nel Norditalia. Combattimenti per strappare al nemico e salvare dalla distruzione le Centrali Elettriche di Val Grosina (So).

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Il CLN di Torino proclama uno sciopero generale "contro la fame e il terrore". Alle ore 9 gli operai degli stabilimenti torinesi abbandonano compatti il lavoro: mezz'ora più tardi la città è paralizzata.

In Val Sangone l'eco dell'agitazione arriva puntuale.  Al mattino i partigiani bloccano la tramvia della Satti, a mezzogiorno le fabbriche della zona chiudono, mentre sui muri di Giaveno compaiono scritte inneggianti allo sciopero e al comunismo.

Il CLN Alta Italia emana le direttive  per l'insurrezione generale.

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Una Brigata partigiana rompe il fronte nemico e in collaborazione con i  reparti dell'esercito in pochi giorni libera Comacchio, Codigoro, Lago Santo e molte altre località.

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Liberazione di Bologna; insurrezione  di molte città dell'Emilia Romagna.

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Genova insorge: dopo due giorni il Comando partigiano impone la resa della guarnigione tedesca. Liberazione  di Reggio Emilia e Modena.

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Gli Alleati varcano il Po.  La Spezia, Sarzana, Ferrara, Asti, Parma liberate; il nemico è ormai alle corde.

 

 

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Riunito in permanenza da più giorni, il CLN rompe gli indugi e forzando l'atteggiamento dilatorio del Colonnello Stevens impartisce il segnale dell'insurrezione.  L'ordine n. 3000/5 per l'applicazione del piano insurrezionale viene diramato a tutti i Comandi Zona e da questi trasmesso alle formazioni il mattino seguente.

 Il CLNAI proclama l'insurrezione generale, che conclude vittoriosamente la lotta.  Dal 24 al 30 vengono liberate Milano, Genova, Torino, Venezia, Ferrara, Brescia, Reggio Emilia, Cuneo, Aosta, Padova, Como e decine di altre città; in pratica quasi tutta l'Italia ancora occupata.

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A Belluno formazioni partigiane attaccano una colonna tedesca in ripiegamento, forte di tre Divisioni corazzate.

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Nel quadro delle operazioni disposte dal Comando IV Zona Piemonte, la Val Sangone partecipa con mille partigiani alla liberazione di Torino.

Superata la linea delle colonne tedesche che dal sud del Piemonte risalgono verso la zona ad est di Torino, la Val Sangone entra in Torino nella zona Mirafiori Lingotto.

A Santa Rita la “S. Magnone” si scontra con una formazione corazzata e subisce cinque morti e vari feriti, ma rimane padrona del terreno. Nella notte il presidio nemico scappa verso Milano e Torino è libera, anche se permangono sacche di resistenza terroristica fascista.

La Val Sangone viene schierata a  difesa delle porte di Torino da Moncalieri a Beinasco.

A Dongo (Como) il dittatore Benito Mussolini viene catturato dai partigiani; sarà giustiziato il giorno dopo.

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Le truppe del gen. Schlemmer riversano la loro rabbia sugli inermi abitanti di Grugliasco e Collegno, con l’eccidio di 66 vittime civili.

Dopo venti mesi di dura, cruenta guerra le formazioni partigiane consegnano tutti i poteri militari e civili al CLN di Giaveno.

I rappresentanti delle forze armate germaniche in Italia firmano la resa,  che diverrà operativa il 2 giugno.

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