C. L. N. (Comitato di Liberazione Nazionale)

01-00074537000039 - 25 APRILE 1945 LA LIBERAZIONE - I CAPI DEL CLN ITALIA , DA SIN. ARGENTON , STUCCHI , PARRI , CADORNA , LONGO , MATTEI E FERMO SOLARI . 6 MAGGIO 1945 .6 maggio del 1945: i capi del CLN (Comitato Liberazione Nazionale) Italia sfilano per la Liberazione a Milano. Da sinistra a destra: Mario Argenton, Enrico Stucchi, Ferruccio Parri, Raffaele Cadorna, Luigi Longo, Enrico Mattei e Augusto Solari.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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CLN

Tra le più importanti componenti della lotta condotta contro il Fascismo troviamo il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), costituito il 9 settembre 1943, con sede centrale a Roma, da rappresentanti dei partiti antifascisti, tra i quali emergono nomi come quelli di Ivanoe Bonomi (presidente), Alcide de Gasperi, Alessandro Casati, Pietro Nenni, Ugo La Malfa, Giuseppe Romita, Giorgio Amendola. Il CLN organizza una resistenza che chiama gli italiani alla lotta per riconquistare il posto che competeva loro nel consesso delle libere nazioni. Queste idee trovano l'approvazione" dall'intero Paese: rapidamente infatti i rappresentanti dei- vari partiti antifascisti nelle regioni, nelle città e nelle province, costituiscono CLN locali per dare impulso e direzione politica alla resistenza, che si sta organizzando contro l'invasore tedesco ed i suoi "servi" fascisti.

E' significativo che il C.L.N. ottenga largo credito tra la gente, soprattutto se si tiene conto che un potere legale si è ricostituito sotto la guida della Repubblica Sociale Italiana, a capo della quale i Tedeschi hanno ricollocato, utilizzandolo per i propri fini, l'ormai stanco e sfiduciato Benito Mussolini.

Coloro che fanno parte del CLN sono in generale le stesse persone che avevano resistito al fascismo fin dal tempo del suo avvento.

Nel gennaio 1944 il C.L.N. milanese ottiene dal comitato centrale i poteri di "governo straordinario" del Nord assumendo la denominazione di Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) (sigle).

Alcune volte le diverse ideologie politiche all'interno del CLN portano a dei contrasti, poiché i rappresentanti dei vari partiti provengono da disparate esperienze politiche, tuttavia esso riusce sempre a mantenere l'unitarietà, dando una dimostrazione di solidarietà e di forza anche ai Partigiani ed al popolo, al punto che le persone che lo costituiscono, ottengono credito ed apprezzamenti da tutti.

La vittoria della Resistenza, che porta il 2 giugno 1946 al trionfo della causa repubblicana, è il risultato diretto della lotta di liberazione guidata dal CLN e questo deve perciò essere considerato sul piano politico e giuridico il principale artefice del nuovo Stato italiano.

IL CLN IN VAL SANGONE

Il CLN di Giaveno nasce subito dopo l'8 settembre, per opera di alcuni volenterosi che avvertito lo sfaldamento dello stato decidono di rappresentarlo come guida della comunità: tra questi spiccano i nomi del notaio Teppati (il presidente), del professor Usseglio, del geometra Tessore, di Ugo Campagna e di altri.

Il CLN in quel momento rappresenta a tutti gli effetti il governo italiano in quanto si trova a colmare un vuoto di potere venutosi a creare dopo la caduta del fascismo, ottiene subito consensi tra la popolazione che avverte il bisogno di avere un punto di riferimento sul quale poter fare affidamento.

Non mancano però i problemi: uno sicuramente molto difficile da risolvere è costituito dalle diverse tendenze politiche dei membri, tuttavia si trova l'unione per raggiungere uno scopo comune: la democrazia.

Il C.L.N. giavenese opera su una zona abbastanza vasta che comprende tutta la Val Sangone e si spinge oltre la vallata e influenza anche la pianura.

I compiti del Comitato di liberazione nazionale in primo luogo sono di ordine civile, ma mantiene rapporti molto stretti anche con le bande partigiane che dipendono da lui. In quest'ultimo ambito sono due le mansioni fondamentali sostenute dal CLN, aiutare gli sbandati, informare i giovani, che vogliono entrare a far parte della resistenza, sui luoghi ove possono trovare dei raggruppamenti armati in cui inserirsi e coordinare l'attività delle bande partigiane.

Nel 1944 il C.L.N di Giaveno assume il controllo decisionale sulle bande partigiane operanti sulla zona, intessendo rapporti stretti con il loro comandante Nicoletta Giulio, in alcuni casi influenza persino la direzione delle operazioni militari. Un elemento che gioca un ruolo importantissimo nell'ambito del C.L.N. è Chiesa guidata a Giaveno da Don Crosetto, il parroco del paese, che diventa un supporto insostituibile per il CLN.

Un altro personaggio di spicco è Campagna Ugo: il mezzo di collegamento tra il CLN di Torino e quello di Giaveno, ruolo il suo importantissimo.

Non bisogna dimenticare le donne, tra queste Mimì Teppati, che si occupa di delicate operazioni spesso molto onerose, quali per esempio l'assistenza alle famiglie dei caduti o l'invio di viveri ai partigiani.

Per quel che riguarda la sicurezza, anche per la posizione conciliante del podestà Zanolli, il CLN non rischia di essere scoperto, anche perché i suoi membri potssono mascherare le loro riunioni facendole passare come sedute per la stesura di atti notarili, approfittando della professione del loro presidente, il dott. Teppati, appunto Regio Notaio di Giaveno.


 

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