Fassino Eugenio “Geni, Bocia”

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Fassino convalescente al Trucco

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Fassino al Trucco con Negarville e Baratta
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Fassino con Augusto Piol e altri compagni
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Fassino con partigiani di Giaveno

fassino con partigiani giaveno 1

Fassino Eugenio (“Geni, Bocia”)

(Avigliana, 1923  +1966)

Originario di Avigliana e studente universitario in economia e commercio, Eugenio Fassino viene destinato nel 1943 al corso allievi ufficiali piloti di complemento a Pescara. Ma non è arruolato perché mancano gli aerei. L'8 settembre si trova dunque ancora ad Avigliana e condivide con molti altri giovani lo sconcerto e la desolazione di quel momento. Temperamento energico e dinamico, entra subito a far parte di un Comitato di salute pubblica costituitosi in paese per affrontare l'emergenza. Il suo caso è emblematico rispetto a tutta una generazione di giovani intellettuali (Fassino è in questo momento un ventenne), cresciuti nelle scuole di regime, il cui antifascismo, all'inizio, risulta un'intuizione ancora indefinita che maturerà gradualmente soltanto nei mesi della dura lotta partigiana. L'arrivo ad Avigliana dei tedeschi induce Fassino con alcuni compagni a rifugiarsi in montagna, prima al colle Braida e poi al Colletto del Forno dove incontra il maggiore Milano.

Diventa ben presto uno dei più importanti e attivi capi partigiani. Guida la Banda "Genio" (nata da una scissione della "Nino Carlo") dislocata all'Indiritto e che, nell'autunno del 1944, diventerà Brigata "Garibaldi" "Carlo Carli".

"Audace colpista", come lo definisce Guido Quazza, Fassino partecipa quasi sempre in prima linea alla lotta partigiana in valle. Nell'estate del 1944, gravemente ferito in combattimento, cade nelle mani dei tedeschi. E' liberato il 28 giugno in seguito ad uno scambio con prigionieri tedeschi catturati nell'attacco alla polveriera di Sangano, e, accuratamente nascosto, viene curato presso l'ospedale di Giaveno.

Nuovamente arrestato nel gennaio del 1945, Eugenio Fassino viene incarcerato alle "Nuove" di Torino da dove può uscire soltanto il 28 aprile in seguito alla liberazione di Torino per ricongiungersi con gli uomini della sua formazione.

Durante tutto il periodo partigiano ha tenuto un diario (ancora in parte inedito) che costituisce un prezioso documento sulla Resistenza in Val Sangone.

Nel sessantesimo della Liberazione, l'Amministrazione comunale di Avigliana ha deciso di intitolare ad Eugenio Fassino, prematuramente scomparso, un Centro polifunzionale comprendente biblioteca, scuola di formazione per i giovani, auditorium e teatro, realizzato nella ex sede dello stabilimento "Cavitor".

Il figlio Piero, uomo politico, è attualmente Presidente del Comitato di Gestione dell'Ossario di Forno di Coazze. 

 

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