1944 – 10 maggio: battaglia del Pontetto

 
Tallarico Asteggiano Criscuolo
Federico "Frico" Tallarico, Carlo Asteggiano e Nino Criscuolo, della banda "Nino Carlo"

 

La Brigata Vitrani a Prese Loiri

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1944 – 10 maggio: battaglia del Pontetto

La mattina del rastrellamento del 10 maggio, la banda “Nino-Carlo” si trova pressata dai rastrellatori tra la Maddalena e il Pontetto. Dall’allarme sono trascorse due ore, ma la banda rimane sulle sue posizioni. Ricorda il comandante Nino Criscuolo:

“dopo tanto tempo, non saprei dire che cosa c'è stato: forse si aspettava che saltasse il ponte, forse si voleva raccogliere materiale e viveri, o forse non era ben chiaro se dovevamo aspettare l'attacco e reagire o ripiegare.  Sta di fatto che quando i tedeschi sono arrivati alla Maddalena noi eravamo ancora troppo vicini”.

Carlo Asteggiano e Nino Criscuolo ordinano allora il ripiegamento verso il colle dell'Asino e il colle del Bes e intanto organizzano una pattuglia di una ventina di uomini per frenare l'avanzata tedesca.  Il gruppo contrasta il terreno ai nemici per tutto il giorno, ricorda Guido Quazza:

“Alle 7 i tedeschi e i fascisti arrivano alla Maddalena. Io parto dal Pontetto di pattuglia col sergente Nicola verso la Maddalena: ci grandinano attorno i proiettili di mitraglia e di 88.  I rastrellatori si portano a Balangero, approfittando dell'inceppamento del nostro fucile mitragliatore, catturano Hertel e obbligano lui, Campagna e un giovane del Viretto a portare le cassette di munizioni.  Nel primo pomeriggio, poi, vanamente contrastati da noi al Viretto, salgono verso Pontetto, sempre sparando e vi giungono verso le 17.30, mentre noi ci difendiamo accanitamente.  Dobbiamo ripiegare, privi di munizioni, dopo mezz'ora di lotta tra le pietraie del Pontetto, mentre essi a 50 metri ci gridano “arrendetevi, non vi spariamo”.  Momenti tragicissimi, in cui Carlo, Nino e il tenente Argo dimostrano incertezze tattiche.  In meno di venti, mentre gli altri da alcune ore si sono ritirati alla Fiaccià e al colle dell'Asino e colle del Bes, ripieghiamo, facendo trecento metri allo scoperto sotto una gragnuola incessante di proiettili.  Giors sotto il tiro, con me: ci salviamo per miracolo, mentre i nostri di Campana e Barbetta sparano sui tedeschi giunti alla Presa del Parco.  Ma Giulio, il mitragliere, viene ucciso: Rino, Aldo, Mario e Nicola feriti.  Alle 19.30 i nemici ripiegano.  Noi ci fermiamo la notte alle Crocette. Stanchezza, sonno, fame”.

 

 

 

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