Via fratelli Piol, Rivoli

Arduino, abbattuto dai tedeschi pochi mesi dopo alla Mortera, presso la Sacra di San Michele.piol fratelli
Una composizione con i ritratti dei Piol, il padre Eliodoro e i quattro fratelli Arduino, Severino, Agostino e Vario. caduti durante la Guerra di Liberazione.
La vecchia casa dei Piol, in via Querro
casapiol

La via è dedicata alla famiglia Piol, che vide il padre e 4 fratelli vittime dei nazifascisti. 

E' una delle strade più importanti di RIvoli, pedonale e fiancheggiata da eleganti negozi, sale da piazza Martiri della Libertà  al centro storico, termina in Piazza Matteotti, da dove si può proseguire per il Castello,  opera dello JUVARRA che dall'alto della collina domina la cerchia delle Alpi e la pianura piemontese; è una reggia settecentesca progettata da Filippo Juvarra e rimasta incompiuta. Nell'ottocento divenuto un peso morto per i Savoia, il Castello è affittato nel 1860 al Comune di Rivoli, che lo acquista poi nel 1883 e vi alloggia le guarnigioni militari. Nel 1984 in seguito al restauro condotto dall'architetto Andrea Bruno, diventa Museo d’Arte Contemporanea.

Edifici storici significativi di Via Piol sono: sulla destra Villa Cavalli, appartenuta originariamente alla famiglia Nasi. Sulla sinistra la Casa del Conte Verde (conte Amedeo VI di Savoia) denominazione che risale alla fine del trecento. Oggi è usata come luogo espositivo per mostre temporanee.

 

La famiglia Piol:

Famiglia di origine bellunese, costituita da Eliodoro, Brigida e dai loro quattro figli, ha pagato un tributo altissimo alla Guerra di Liberazione.

Il primo, lacerante dolore Brigida lo provò il 26 luglio 1943, quando il giovanissimo figlio Severino – che con altri ragazzi era andato a manifestare, davanti alla Casa del fascio, la gioia per la caduta del fascismo – fu ucciso con una rivoltellata dal custode dell’edificio. 
Agostino e Arduino per sfuggire alla leva fascista si unirono ai partigiani in montagna,
Arduino (+6 aprile 1944) venne sorpreso con alcuni compagni e ucciso dai tedeschi pochi mesi dopo alla Mortera, presso la Sacra di San Michele.

Poco dopo moriva Eliodoro (+29 giugno 1944), il marito, torturato per farsi svelare dov'era il figlio e poi ucciso. 

Agostino  (+9 ottobre 1944), che faceva il meccanico nella fabbrica “Giustina” di Torino, nel 1943 era stato chiamato alle armi e assegnato al Battaglione “Exilles” del 3° Reggimento Alpini. Dopo l’armistizio si era dato alla macchia e si era unito ai primi gruppi di partigiani, che avrebbero poi dato vita alla 43a Divisione Autonoma “Sergio De Vitis“. In seguito Agostino Piol divenne commissario di un battaglione della Brigata “Ferruccio Gallo”, che diresse in numerosissime azioni contro il nemico. 
Il giovane commissario, gravemente ferito il 5 ottobre 1944, dopo essere caduto in un’imboscata dei tedeschi a Rivalta, morì quattro giorni dopo all’ospedale di Giaveno, dove i suoi compagni erano riusciti a trasportarlo. 

Pochi mesi dopo, a guerra finita, morì tragicamente  Vairo (+18 maggio 1945), dilaniato a quindici anni da una bomba a mano trovata in un prato. 

Ai fratelli Piol è stata dedicata una strada di Rivoli e di Giaveno e nell’agosto del 2003 a loro è stato intitolato, nel Bellunese, un Museo-Rifugio a Pian delle Femen.

 

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